Tutti sanno che i bambini in Africa muoiono di fame, ma vederlo in un video è tutt’altra cosa. Su questo meccanismo è basato Videocracy: ci fa vedere cose che già conosciamo ma in un modo da farci prendere più coscienza del problema. Il regista Erik Gandini ci mostra come la televisione commerciale ha cambiato gli Italiani e lo fa attraverso gli occhi sia dei protagonisti che creano lo show sia attraverso quelli di chi lo spettacolo lo subisce e vorrebbe farne parte. Per chi già ha riflettuto su questi argomenti non faccia lo sbaglio di crederlo ridondante, ma si faccia trascinare dal modo in cui viene presentato il tutto e rinfreschi la consapevolezza che ha del meccanismo televisivo in quanto manipolatore sociale; mentre per chi è affascinato dal mondo televisivo, apra gli occhi e faccia un salto fuori dal baratro della ingenuità per vedere l’inconsistenza di quel mondo patinato. Sicuramente un documentario da non perdere per entrambe le tipologie di spettatori. ISTRUTTIVO.
p.s. se volete approfondire la polemica che ha coinvolto il film leggetevi la pagina di wikipedia.
In questo ennesimo capolavoro del maestro si respira un aria infantile. I paesaggi, disegnati a pastelli, rapiscono e la semplice vicenda di Sōsuke lascia incantato lo spettatore. Miyazaki si prende la libertà di eliminare persino l’antagonista in questa storia e anche tutto il background e solo accennato così che nemmeno alla fine sapremo poi molto della sotto-trama. Per quanto mi riguarda questa è la vetta più alta raggiunta nella carriera del regista giapponese, persino superiore a La città incantata. Egli stesso ha dichiarato che questo film è realizzato espressamente per i bambini e a giudicare da come ne è rimasto affascinato mio figlio (3 anni) ha raggiunto in pieno l’obbiettivo. Ma anche noi “grandi” non possiamo fare a meno di essere rapiti dai colori, le musiche, i personaggi così reali da una parte e altrettanto fantastici dall’altra. Hai stregato anche noi Hayao non solo i piccoli. MAGICO.
Biografia molto interessante questa di Jobs.
Non è necessario essere fan o clienti Apple per apprezzare questo viaggio attraverso la massificazione dei computer e dell'informatica, ma più che altro bisogna essere interessati all'argomento e curiosi di capire perché l'azienda di Jobs è quello che è senza per forza condividerne i principi e l'impostazione.
Sono sempre stato curioso di capire l'ossessiva chiusura e l'ostentata propensione al controllo (quasi fascista con a volte azioni da Gestapo) dell'azienda di Cupertino, e questo libro soddisfa appieno tale curiosità. Dopo la lettura si hanno le idee molto più chiare su un personaggio così controverso e l'"impero" che ha realizzato il quale altro non è che la sua personificazione.
Affascinante la relazione profonda che aveva con i prodotti e le notevoli doti di marketing, nonché l'intuito nel capire cosa la massa avrebbe voluto in futuro ancora prima che lo capisse il mercato. Altro aspetto di rilievo è il processo di creazione della sua (mai aggettivo fu più appropriato) impresa nonché di un intero mercato. Non mancano di certo gli aspetti negativi nella sua personalità, forse persino in quantità maggiore rispetto ai positivi, ma proprio per questo consiglio la lettura a tutti gli appassionati di tecnologia, per la sincerità con cui è stato svolto il lavoro di ricerca e scrittura del testo. RIVELATORE.
È tutto finto su Pandora: gli alberi, gli animali, la fisica. Eppure siamo lì. voliamo tra le rocce fluttuanti, tra la giungla dai colori sgargianti. È un mondo fantastico e bellissimo quello dipinto da Cameron, pura arte visiva. Purtroppo a causa di un sceneggiatura poco coraggiosa non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un bellissimo film di intrattenimento; si potevano battere ben altre strade narrative decisamente più interessanti: dalla denuncia degli interessi economici nella sanità, alla guerra preventiva e persino argomenti scientifico/filosofici quali la collocazione dell’io autocosciente dell’uomo, ma a causa di un budget eccessivo la paura di fallire al box office era troppo elevata e rischiava di far saltare troppe teste in casa 20th Century Fox, così si è scelta la via più sicura e seppure ne risulta un film diretto in maniera impeccabile e per nulla noioso, un pizzico di delusione rimane. Per quanto riguarda la versione 3D (quella visionata da me) devo dire di essere abbastanza sicuro che mi sarei goduto di più il film in versione “liscia”. Gli occhialini sono fin troppo invasivi e inficiano la visione a causa di una montatura fastidiosamente avvertibile. Devo aggiungere che quelli che mi sono capitati erano indicibilmente rovinati. Nonostante tutto gli effetti tridimensionali sono piacevoli, ma sono ben lungi da essere una rivoluzione; direi piuttosto che sono una evoluzione di quelli già proposti in passato e sicuramente supportati da occhiali di buona qualità donerebbero un qualcosa in più alla visione. Comunque sia Pandora è un posto bellissimo e non mancherò di ritornarci appena arriverà in blue ray. BOTANICO.
I bastardi senza gloria rappresentano il desiderio più inconfessabile che tutti noi nutriamo verso i nazisti della seconda guerra mondiale. Un desiderio di vendetta così profondo e violento che non può essere esternato per questioni di tempo e di morale; è così che lo spettatore sfoga la sua punizione postuma attraverso gli anti-eroi del film di Tarantino meglio riuscito. È un Quentin in formissima quello che imbastisce questa violenta storia di un gruppo di soldati alleati intenti nello sterminio anarchico e spietato di nemici nazisti; lo stile è sempre quello e anche il tema della vendetta, assai caro al regista, è sempre presente, ma questa volta calato in un contesto molto più elaborato rispetto alle pellicole precedenti e, seppur dal carisma dei personaggi forse leggermente inferiore rispetto alla sposa killer, ugualmente efficace. Altra nota positiva sono le musiche, scelte e usate magistralmente (originali e non) come d’altronde ci ha sempre abituato il regista. IMPERDIBILE.