Povero Nic. Creare una serie di successo e per di più antologica è una bella gatta da pelare. Nella prima stagione aveva azzeccato tutto, era praticamente perfetta. Mi sono fatto un'idea precisa sulla capacità di Pizzolato di scrivere: aveva un solo colpo in canna e bello grosso. Se l'è sparato e si è trovato con l'arma scarica. Anzi a salve. Perché chiariamo subito una cosa: questa seconda serie è fatta bene, quasi ineccepibile. Ha valori produttivi altissimi solo che, per una serie di fortunate coincidenze (vedi anche un McConaughey in delirio di onnipotenza recitativa), la prima ha fatto il salto da ottima a eccellente. Quindi rimane un'ottimo prodotto sotto tutti i punti di vista, ma senza quelle intuizioni e quel fascino della prima. Per me doveva riproporre quel filo di misticismo che ha reso così intrigante la vicenda di Rust e Marty.
Gli ultimi due episodi mi hanno emozionato come l'anno scorso, ma è troppo poco; la vicenda in generale non era così interessante e il ritmo troppo blando, non è bastato tentare di replicare la sparatoria della prima serie al quarto episodio (troppo difficile stupire dopo quel pazzesco piano sequenza di Fukunaga), perché subito dopo è calata di nuovo fino al settimo episodio. Forse anche l'alternanza alla regia non ha giovato.
Perlomeno abbassando le aspettative per la terza stagione Pizzolato sarà più sereno senza tutto quell'hype che si è venuto a creare tra la 1a e la 2a stagione.
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