Inizia a esprimersi al meglio il potenziale di Morgan Lost. Albo molto bello e surreale; forse un po troppo Dylaniano, ma con una personalità proprio. Anche Morgan, finalmente, mostra di cosa è capace mettendo in campo un buon ventaglio di emozioni. Non sappiamo precisamente quando è collocata temporalmente la storia (secondo me prima dei due precedenti) e sembra sospesa in un limbo da cui non uscirà mai e di cui, forse, il protagonista non avrà memoria. Proprio per questo funziona come un flashback autoconclusivo che non aggiunge niente alla trama orizzontale, ma serve ad ampliare il background del personaggio. Spero che Chiaverotti riesca a proporre un villain nuovo ad ogni episodio in modo da tenere alto il ritmo.
I disegni belli come al solito, ma non al livello del secondo numero.
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