L'Indiana Jones dal ciuffo sbarazzino (alla Piccolo Tony) di casa Bonelli affronta un'avventura che passa dall'elmo di Scipio fino all'arca di Noè e oltre. Un gran minestrone mangiato su un ottovolante che tenta di svecchiare una formula troppo ancorata al passato, ringiovanendo e colorando il buon
Il primo arco narrativo di tre albi è passato e secondo gli autori con il prossimo inizierà il secondo di quattro. Ma com'è questo ggiovane Mystère? Vale la pena seguire questa mini-serie composta da dodici uscite? Funziona questa rivisitazione?
Non chiamatelo reboot che Castelli poi si offende. Nelle intenzioni del suo supervisore questo dovrebbe essere come sarebbe il personaggio se lo avesse creato nel presente e non nel 1982.
Purtroppo non posso fare confronti con l'originale in quanto non ho mai letto la testata genitrice, ma darò un parere da completo profano che forse potrà essere utile a chi come me è incuriosito dal personaggio e vuole iniziare ad avvicinarsi con questa nuova iniziativa editoriale; che è poi lo scopo per cui è stata creata infondo.
Per quanto riguarda la parte grafica, è molto bella e moderna, forse anche meglio di Orfani; mi piace il nuovo titolo così come la seconda e terza di copertina. Anche il retro in stile locandina è molto fico.
Per i disegni siamo su ottimi livelli anche se il tipo di colorazione non è tra i miei preferiti perché ha un aspetto esageratamente digitale, ma son gusti, sulla qualità niente da discutere.
La scelta di affidare gli storyboard ad un solo disegnatore come traccia per tutti gli altri è vincente e rende il tutto omogeneo con una lieve spersonalizzazione dei vari tratti come scotto da pagare, ma ci sta per una serie che si prefiggere una continuità così marcata.
proprio un bello scorcio non c'è che dire |
Per ideare la storia si sono inventati il termine di Mysteriani per identificare il gruppo di sceneggiatori che lavora chiuso in una stanza buia, alla mercé di Alfredo Castelli, che li tiene a pane e acqua fintanto che non finiscono il numero da mandare in stampa.
A parte gli scherzi il sistema funziona e la vicenda scorre veloce e senza intoppi, con buoni dialoghi e un notevole dinamismo.
Forse alcuni momenti, sopratutto in chiusura, sono un po' frettolosi, ma la necessità di rendere ogni episodio come un puntata di una serie tv con relativo cliffhanger dà questo risultato.
In generale è una lettura piacevole e divertente, ma ogni tanto ci si imbatte in qualche trashata: tipo il volo extracorporeo,
o delle streghe molto, come dire... tecnologiche.
In conclusione lo consiglio, sperando che anche gli altri cicli della mini-serie mantengano lo stesso livello qualitativo.
VOTO
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